03/01/2019
EROI PER FORZA. Racconta Titti Andriani, appena nominata Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
Mi sento chiamare “Eroe” e mi chiedo cosa si intenda con questa parola.
Vado su Google ed il primo significato che trovo è “Persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s'impone all'ammirazione di tutti”.
Sono io questa?
No… io il coraggio l’ho avuto solo 10 anni fa, quando sono uscita fuori da una “zona di comfort” (lavoro gratificante, carriera e ottimo stipendio) per lanciarmi nel vuoto, spinta da una irrefrenabile voglia di dedicare il mio tempo, le mie competenze e le mie energie a persone più sfortunate di me.
Abnegazione? Assolutamente no! Ho seguito il mio cuore e il richiamo ancestrale della terra africana e ho assecondato la parte più profonda di me stessa.
Tutto il resto è venuto a cascata, giorno dopo giorno, coincidenza dopo l’altra.
Sono riuscita a mettere in piedi un motore inarrestabile che ha coinvolto e travolto persone come me, pronte a dedicarsi al prossimo.
Io non mi sento un eroe, mi sento solo una persona fortunata, molto fortunata, perché dalla vita ho avuto tutto quello che volevo. Non potevo non restituire qualcosa.
Conosco invece chi ha veramente coraggio e vive la fatale abnegazione dei propri diritti: sono i bambini che sosteniamo negli ospedali oncologici in Uganda.
Sono loro i veri eroi che combattono ogni giorno contro il cancro, piccole creature già rese fragili da malaria, fame e dissenteria.
Si trovano a lottare contro un mostro che li divora, molti fortunatamente si salvano, altri non ce la fanno, com’è stato per Isaac ed Elizabeth.
Vivono con coraggio mesi di degenza in ospedale, lontano da casa e dai loro fratelli.
Vedono privati i loro diritti più elementari, come quello del gioco e dell’istruzione, senza mai lamentarsi.
La loro dignità ne è fortemente intaccata, ma sono pronti però a regalarti un sorriso luminoso appena ti accorgi di loro.
A febbraio saremo di nuovo in Uganda con il progetto #SmilingToy, la grande festa per i bambini ricoverati presso l’Uganda Cancer Institute di Kampala.
Porteremo giocattoli, animatori, palloncini e biscotti, li faremo divertire, li faremo sorridere, li faremo tornare bambini, facendo dimenticare loro per un giorno di essere malati.
Perché essere eroe comporta anche sacrificio, mentre quello che più desiderano questi bambini è essere normali, come tanti altri.
Ai nostri “eroi per forza”, fra le lacrime di commozione, oggi dedico questa importante onorificenza.
Piccoli guerrieri che hanno tanto da insegnare.